Fuorisalone 2025, il design del futuro vedrà Mondi Connessi
Sarà Mondi Connessi il tema del Fuorisalone 2025 (7 al 13 aprile) volto a promuovere una interconnessione tra design e intelligenza artificiale in un clima partecipativo e generativo. Un tema molto suggestivo che mira a far riflettere sul modo in cui il design può influire nel collegare le diverse sfere che compongono le nostre vite. La natura che si interconnette alla tecnologia. La tradizione che si intreccia con l’innovazione. Tutto in un progetto che vuole promuovere, oltre che naturalmente la creatività, anche la cooperazione e, appunto, la connessione.
Una connessione che può essere intesa con diverse declinazioni:
- mondi fisici e digitali: oramai in tutte le case sono presenti diversi dispositivi smart che interagiscono tra loro per migliorare la qualità della vita;
- culture diverse, conoscenze e informazioni: che si influenzano e arricchiscono reciprocamente con scambi sempre più frequenti;
- uomo e ambiente: c’è sempre maggiore attenzione da parte dei designer all’ecologia ambientale con preferenze di tecnologie sostenibili ed energie rinnovabili sempre più presenti in casa e nelle città;
- persone e socialità: progettazione degli spazi pubblici volti a favorire l’interazione sociale con installazioni che invitano alla condivisione e al dialogo;
- spazi e persone: soluzioni per una nuova mobilità urbana;
Una tematica che si ricollega al leit motiv dell’ultima edizione del Fuorisalone, dedicata alla Materia Natura, dove le connessioni hanno avuto un ruolo da protagonista coinvolgendo pubblico, aziende e professionisti del settore.
La connessione, in senso lato, rappresenta, infatti, un punto nevralgico per il design del futuro che si evolverà sempre più in questa direzione.
Un mondo connesso nel design che vuole integrare diverse prospettive, stili e storie con l’intento di promuovere un profondo dialogo culturale. L’obiettivo è coinvolgere l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale in progetti sempre più audaci legati all’esigenza di soddisfare richieste di esperienze immersive derivanti dalle attuali tendenze globali in architettura e design.
Sulla scia del tema dello scorso anno, in cui la natura era fonte di ispirazione per un futuro sostenibile, Mondi Connessi si configura come il suo naturale proseguimento in un’ottica, appunto, di intima connessione tra il design e il contesto in cui va ad integrarsi.
Da 2C Arredamenti il Black Friday dura 15 giorni: è già corsa all’affare
Da 2C Arredamenti è già Black Friday.
Da oggi fino al 29 novembre, giornata nazionale dedicata al commercio con sconti e promozioni, sarà possibile fare acquisti presso il moderno e curatissimo showroom di Torrette di Mercogliano con uno sconto del 20%, applicato su tutti i prodotti dello shop on line.
Basta dare un’occhiata alla sezione dedicata del sito di 2c per rendersi conto delle tante opportunità e occasioni a disposizione di chi ha voglia di arredare la propria casa con stile ed eleganza o magari, in vista delle imminente feste di Natale, di fare una sorpresa ad un amico o a un familiare.
Qualche esempio? Si va dai letti matrimoniali Altea di Giorgetti e Alicudi di Flou alle avveniristiche e stilosissime lampade Venini. Così come un pensierino lo meritano anche la scrivania Air Desk Modesty o il tavolo Akim in cristallo verniciato di Gallotti&Radice.
Da non perdere la console, il contenitore e le credenze Alcor di B&B Italia. Impossibile, in ogni caso, sbagliare articolo o restare delusi. L’offerta è davvero ampia e diversificata, con occasioni imperdibili sempre, secondo la tradizione 2c, nel segno dello stile e dell’eleganza.
Per scegliere e ordinare l’articolo preferito, il prodotto dei tuoi sogni, ci sono a disposizione due settimane. Con 2c il Black Friday è infatti solo il giorno di chiusura di una lunga promozione. Un’occasione da non perdere per arredare la tua casa con le firme dei migliori architetti italiani.
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Logica Celata conquista l'Irpinia e la Campania
BRINDISI NELLO SHOW ROOM 2C PER L’ULTIMA CREATURA DI VALCUCINE
Il tour mondiale di Logica Celata fa tappa a Mercogliano e la nuova e avveniristica cucina di Valcucine conquista l’Irpinia e la Campania. Centinaia di visitatori ieri sera nello showroom 2C in via Nazionale dove si sono ritrovati operatori da tutta la regione per ammirare l’ultima creatura di Valcucine.
La tappa irpina del tour mondiale di Logica Celata segue il recente evento “Milano Design Week”, dove Valcucine è stata protagonista assoluta sulla terrazza di Rinascente, il roof più cool della città, e le tappe internazionali di Londra, Miami, Chicago, New York, Toronto, Riga, Francoforte e Mosca.
Una location speciale per Valcucine dove i fratelli Pippo e Oscar Cimnaghi, assieme al loro staff, hanno fatto gli onori di casa e accolto i numerosi ospiti. A contribuire al successo della serata la proposta culinaria e la selezione dei vini curata dai Feudi di San Gregorio e dal Ristorante “Marennà”, partner dell’evento.
“L’eleganza e lo stile della nuova cucina hanno conquistato tutti. Per noi – precisano i fratelli Cimnaghi – è stato una grande opportunità ospitare un evento così importante, inserito in un tour internazionale che ha toccato tutte le principali capitali europee. La presentazione di Logica Celata ha richiamato nel nostro nuovo showroom operatori da tutta la Campania: è stata anche l’occasione per un confronto sulle tendenze e le prospettive di mercato per i prossimi anni”.
Logica Celata, disegnata da Gabriele Centazzo, è il frutto di un’ingegnosa ricerca volta a ripensare lo spazio e reinventare l’ergonomia. 2C Arredamenti ha presentato la versione cucina che, assieme alla versione bar, completa i modelli disponibili.
Ogni configurazione è proposta con soluzioni e accessori studiati per le specifiche esigenze, dove tutto è pronto per essere utilizzato nel modo più efficace possibile e per essere completamente nascosto dopo la fase di lavorazione. Una volta chiusa, Logica Celata si trasforma in un elegante elemento di arredo, reso ancora più prezioso dalla personalizzazione Vitrum Arte, speciale tecnica sviluppata da Valcucine per riprodurre su vetro vari disegni a intarsio.
“Il 2019 è l’anno di Logica Celata che viene presentata nelle principali città nel mondo: dopo Milano, abbiamo fatto tappa a Londra, Miami, Chicago, New York, Toronto, Francoforte, Mosca, Tokyo e molte altre. Prossima tappa, dopo quella di Mercogliano, martedì primo ottobre a Parigi e a seguire Jakarta e Mumbai”, precisa il Ceo Giuseppe Di Nuccio. “Entro la fine di quest’anno, saranno 50 le prestigiose location che ospiteranno il lancio di questo esclusivo progetto”.
Intervista a Lorenzo Glavici, Direttore Marketing e Comunicazione di FontanaArte
Tra i punti fondamentali della filosofia aziendale di FontanaArte, c’è da sempre la proiezione verso il futuro. Direi una storia e un’identità proiettate verso il futuro…
Gio Ponti ha immaginato il futuro per una vita intera e, decidendo di fondare un’azienda di luce decorativa, ha costituito il primo esempio nel settore in una Milano piena di energia.
Immaginare il futuro resta una prerogativa di un brand che continua a proporre delle icone senza tempo tali da rendere quasi relativo lo spazio in cui vengono inserite.
E un futuro generazionale.
Quali gli altri punti di forza fondamentali della vostra storia aziendale?
I punti di forza dell’azienda, nell’arco della sua storia ed oggi più che mai, sono i suoi valori: la bellezza e raffinatezza delle sue luci; la preziosità dei materiali e la coerenza degli stessi: Bilia o Setareh hanno gli stessi ingredienti interpretati da chef di due generazioni diverse; l’artigianalità e la qualità dei suoi prodotti esclusivamente made in Italy; la riconoscibilità delle sue icone senza tempo, alcune delle quali esposte nelle più prestigiose gallerie e musei del mondo. Altri punti di forza di FontanaArte sono stati, e sono tutt’ora, le grandi collaborazioni con designer e architetti di grande levatura. Lo stesso Gio Ponti, Max Ingrand e Gae Aulenti hanno guidato l’azienda come Art Director nel passato. Oggi il ruolo è ricoperto da Francesco Librizzi, architetto, siciliano di nascita e milanese d’adozione, un mix di grande passione e rigore.
Quale una vostra collezione che vi rappresenta più di altre o che è a suo modo una vostra icona?
Con l’ultima collezione, l’azienda ha presentato sette novità ed ha anche introdotto la tecnologia LED su otto icone storiche. Un progetto di refitting che ha lasciato immutata l’estetica, dunque una soluzione che permetterà a queste lampade di resistere altri cinquant’anni. Ma il presupposto non è solo quello di servire nuove generazioni con tecnologia contemporanea, ma anche di evidenziare come questi miti di molti decenni fa siano stati dei veri archetipi, che hanno costituito una tipologia di nuovi prodotti e un trend, come la prima auto cabrio o il primo solitario in gioielleria. Luminator, Naska, Bilia e Fontana sono icone che con il LED abbiamo deciso di chiamare “LEDive”, bellezze immortali dell’immaginario internazionale alla stregua delle dive del cinema come Sofia Loren, Gina Lollobrigida o Claudia Cardinale.
Estetica e funzionalità, non sempre sono in perfetta sintonia. Una strategia per farli funzionare alla perfezione?
E’ la lezione di FontanaArte a guidare i designer e non creare disequilibri di alcun genere, tanto meno fra estetica e funzione.
Oggi l’illuminotecnica sta vivendo un momento di grande attenzione. I progetti di illuminazione sono attualmente dei veri e propri progetti a sè stanti all’interno del progetto di arredamento.
L’evoluzione tecnologica dei LED ha consentito la progettazione di una luce globale: architettonica e decorativa. Mai come ora ci sono progettisti che lavorano solamente sulla luce sia in ambienti domestici che pubblici e outdoor. Quindi riteniamo che il cambiamento sia essenzialmente legato all’interpretazione di una tecnologia che ha aperto un vocabolario estetico che prima era inimmaginabile. FontanaArte sfrutta questa tecnologia senza però mai esserne assoggettata: gli oggetti decorativa rimangono tali e atemporali.
Nell’ultimo decennio il mondo del design ha subito una vera e propria rivoluzione di stili, andando sempre più verso linee essenziali e minimal, vogliamo fare una breve analisi di questo cambiamento di tendenza e delle cause che lo hanno determinato.
La tecnologia LED consente di trovare soluzioni che prima non erano possibili grazie alle ridotte dimensioni della fonte luminosa. Mai come ora, progettisti e designer possono esprimersi con la massima libertà grazie all’assenza dei vincoli dati dagli ingombri delle vecchie fonti luminose. Come tutte le nuove tecnologie introdotte storicamente nell’industria, gli oggetti sono strettamente connessi anche da un punto di vista dello stile. All’inizio c’è stata una riduzione delle dimensioni dell’oggetto, visto che la lampadina non era più il vincolo, mentre ora siamo di fronte ad un range molto più ampio di scelte stilistiche. C’è stata effettivamente una rivoluzione estetica in questo mondo. Le identità delle aziende poi fanno sì che si scelga un linguaggio stilistico piuttosto che un altro. FontanaArte cerca prodotti tecnologicamente up-to-date ma con uno stile non databile, ovvero un classico.
Per le aziende questo cambiamento cosa ha significato in termini di progettazione e in termini di ricaduta commerciale?
In questo momento abbiamo una chance inedita di poter prescindere dal punto luminoso tradizionale e rendere qualsiasi concept o idea dei designer che collaborano con noi, un prodotto.
Cosa fa la fortuna e il successo di un’azienda di illuminazione oggi?
Arrivare dopo molte generazioni alla generazione successiva, stupendola ancora.
Nonostante la congiuntura economica negativa degli ultimi anni, il settore del design sembra che non abbia accusato molto il colpo, anzi…
Il lusso ha avuto dinamiche differenti da settore a settore e certamente il design ha corso meglio di altri. Il Made in Italy tira ancora molto specie nei nuovi mercati, anche online.
Pippo e Oscar Cimnaghi, a distanza di qualche settimana dalla fiera più importante del settore. “Al Salone del Mobile vince il Fuorisalone. Le novità più interessanti guardano alla domotica”
Loro c’erano, c’erano come sempre e come era giusto che ci fossero.
I fratelli Pippo e Oscar Cimnaghi, insieme leader della storica azienda 2C Arredamenti di Corbetta e Cimnaghi regalano molte riflessioni e qualche analisi su andamento, dinamiche e novità dell’ultima edizione del salone del Mobile, conclusa, qualche settimana fa.
C’eravate anche voi tra i 435.000 visitatori dell’ultima edizione del Salone del Mobile a Milano.
Sì, certamente. Le nostre aziende sono tutte lì. E, poi, d’altra parte è il palcoscenico mondiale dell’arredo. Chi è del nostro settore non può mancare ad un appuntamento così.
Secondo voi cosa ha vinto?
Il Fuorisalone. Bellissimi padiglioni allestiti per il Fuorisalone in spazi molto ampi e suggestivi al centro della città, nelle strade più celebri del quadrilatero della moda.
Secondo voi cosa ha in più il Fuorisalone?
La possibilità di dialogare in un contesto di maggiore relax, rispetto ai ritmi frenetici dell’interno fiera. E, quindi, maggiore possibilità di confronto e di dialogo non solo con addetti ai lavori, ma con un pubblico più vario ed eterogeneo.
Il tema più “gettonato” ai Fuorisalone?
Sostenibilità.
Novità interessanti presentate dalle aziende?
Al Salone del Mobile per definizione a farla da padrona è il design, in un contesto in cui i designer si sbizzarriscono.
Quali i temi portanti?
Tradizione e innovazione nella realizzazione di mobili all’insegna di stile e artigianalità, ma anche prodotti, espressione di funzionalità e grande senso estetico.
Più voglia di ritorno al classico o più tendenza moderna?
Voglia di purezza, essenzialità e funzionalità, soprattutto, con un occhio agli spazi ristretti del residenziale in alcuni contesti urbani. Ma non manca la fantasia.
Quali secondo voi le novità più interessanti da questo punto di vista?
Crediamo che in questa edizione e farla da padrona sia stata la domotica del settore cucine.
E tra i vostri marchi spicca da un po’ di tempo quello di Valcucine, azienda molto attenta alla domotica che proprio l’anno scorso ha presentato importanti novità in tal senso.
Sì, V-Motion di Valcucine, un inedito sistema interattivo per la cucina.
In cosa consiste?
E’ un sistema interattivo inedito che comprende aperture e chiusure intelligenti, con un semplice gesto del piede o della mano, dei cestoni e delle ante dello schienale attrezzato. E’ associato alla nuova cucina Genius Loci, ma si può applicare anche ad altri modelli. In base al modello della cucina ci sono anche diverse personalizzazioni: ad esempio si può associare lo speciale elemento Air Logica System con apertura morbida dell’anta a V-Motion che automaticamente comanda l’apertura contemporanea del rubinetto e l’accensione delle luci sullo schienale. Con questo sistema la cucina diventa un ambiente interattivo pratico e decisamente funzionale, dove tutto è a portata di mano e non serve nemmeno avere le mani libere. Vogliamo aprire l’anta ma abbiamo le mani sporche di cibo? Basta sfiorarla. Ci serve la pentola nel cassetto sotto i ripiani? Basta passare vicino il piede. Ci serve più luce? Lo schienale si illumina da solo appena l’anta si apre… Insomma, con una cucina così non vorremo mai smettere di cucinare.
Qual è la risposta del pubblico?
Ottima. Molta attenzione e alto gradimento. Il futuro è in questo ambito.
Intervista a Carlotta de Bevilacqua Vice Presidente di Artemide, Responsabile Brand Strategy.
Tra i punti fondamentali della filosofia aziendale della Artemide, c’è da sempre la proiezione verso il futuro.
Artemide ha sempre creduto ed investito moltissimo in ricerca, unendo all’innovazione tecnologica una visione umanistica del progetto.
Oggi poi siamo di fronte a rivoluzionari cambiamenti tecnologici nel campo della luce, a partire dal LED fino ad un’interpretazione sempre più interattiva e parametrica del progetto della luce.
La ricerca sulle nuove tecnologie e le relative applicazioni si stanno sviluppando a un ritmo rapidissimo, sia nel campo dell’elettronica che della fotonica, rivoluzionando i confini progettuali e produttivi.
Quali gli altri punti di forza fondamentali della vostra storia aziendale
La ricerca deve essere combinata al saper fare e, fin dagli inizi, Ernesto Gismondi ha dato grande importanza alla produzione. Oggi ogni prodotto Artemide è Made in Europe, realizzato in una delle nostre fabbriche: 3 in talia, di cui una vetreria a Venezia, una in Francia ed una in Ungheria. Abbiamo anche una produzione in Canada, ma solo per seguire le diverse esigenze del mercato americano.
Fin dai primi anni c’è stata poi l’intuizione di coinvolgere gli architetti che erano i protagonisti della rivoluzione culturale per trasmetterla anche attraverso nuove idee e progetti nel campo della luce: Vico Magistretti, Giò Ponti, BBPR, Livio Castiglioni e Gianfranco Frattini, Richard Sapper, Enzo Mari, Gae Auleti, Ettore Sottsass, Mario Botta, Michele De Lucchi.
E oggi proseguiamo nella collaborazione con grandi nomi dell’architettura internazionale come Foster&Partners, Jean Michelle Wilmotte, David Chipprefield, Jean Nouvel, Herzog&de Meuron, BIG, fino ali ultimi come Gensler, MAD ed Eemental con cui abbiamo iniziato a lavorare quest’anno.
Tutte queste collaborazioni sono poi guidate dai valori della “Human Light”, punto centrale di tutte le collezioni Artemide.
Quale una vostra collezione che vi rappresenta più di altre o che è a suo modo una vostra icona?
Una icona è sicuramente Tolomeo, capace dopo ancora più di 30 anni di essere sempre contemporanea e di rinnovarsi con nuove versioni.
Al di là dei prodotti più storici un esempio che ben rappresenta la competenza di Artemide oggi può essere Alphabet of Light di BIG. Un font di luce e dei moduli lineari e circolari con cui disegnare liberamente la luce nello spazio. È un principio elementare che genera un sistema aperto attraverso pochi moduli base. Grazie a precise proporzioni geometriche, questi possono essere combinati tra loro costruendo infinite strutture di luce, essenziali o più complesse, lineari o curvilinee. L’idea di BIG si combina alla competenza opto-elettronica di Artemide per definire un principio costruttivo innovativo e restituire una luce continua e confortevole.
È una presenza minima che racchiude un’altissima innovazione brevettata.
Estetica e funzionalità, non sempre sono in perfetta sintonia. Una strategia per farli funzionare alla perfezione?
Il progetto della luce non deve nascere da ragioni estetiche e formali ma dalla qualità della luce, dai vincoli e dalle opportunità che le nuove tecnologie ci offrono. Penso che alla fine quello che esprime un progetto, anche attraverso la forma, sia il talento di mettere insieme il sapere: intelligenze, valori, costi, qualità, manufacturing, e così via…
Sta al talento del designer far si che questo lash-up si traduca in bellezza capace di emozionare al di là delle mode del momento.
Oggi, l’illuminotecnica sta vivendo un momento di grande attenzione. I progetti di illuminazione sono attualmente dei veri e propri progetti a se stanti all’interno del progetto di arredamento.
La luce è un elemento fondamentale per la costruzione degli spazi e delle architetture, è attraverso la luce che percepiamo lo spazio. Rispetto poi al modo in cui viviamo gli spazi la luce influenza i nostri comportamenti, è in grado di emozionare e di contribuire attivamente al nostro benessere.
Per questo il progetto della luce deve essere parte integrante del progetto di uno spazio e non solo un’aggiunta finale.
Nell’ultimo decennio il mondo del design ha subito una vera e propria rivoluzione di stili, andando sempre più verso linee essenziali e minimal, vogliamo fare una breve analisi di questo cambiamento di tendenza e delle cause, che lo hanno determinato.
Negli ultimi anni nel campo della luce i cambiamenti maggiori sono derivati dalle opportunità che la tecnologia LED ha aperto.
Lavorare con una sorgente miniaturizzata come il LED non significa necessariamente negare l’emozione della forma, dell’aspetto più fisico e scenografico dell’apparecchio di illuminazione. Il progetto della luce si trova però di fonte ad una mutazione genetica: da meccanico ed elettrico diventa opto-elettronico. Non si tratta più di vestire una sorgente, ma di dare una nuova interpretazione a questa tecnologia innovativa definendo anche una nuova estetica e nuove relazioni con l’uomo e lo spazio.
Da un lato il LED permette di smaterializzare la luce, integrarla sempre più nello spazio e di gestirla con maggiore precisione e qualità delle performance.
Dall’altro si apre l’opportunità di avere soluzioni di luce sempre più flessibili ed intelligenti capaci di seguire i ritmi delle nostre attività interagendo attraverso sensori o sistemi di controllo sempre più alla portata di tutti e non solo dei tecnici del settore con strumenti come Artemide App.
Intervista a Francesco Livi di FIAM Italia
Tra i punti fondamentali della filosofia aziendale della Fiam Italia, c’è da sempre la proiezione verso il futuro con linee e design innovativi.
L’espressione “cultura del vetro ” racchiude l’intera filosofia produttiva di Fiam Italia: l’abilità artigiana, il design e la continua ricerca ed innovazione contribuiscono alla realizzazione di prodotti di prestigio che ci contraddistinguono da 45 anni.
Quali gli altri punti di forza fondamentali della vostra storia aziendale?
L’elevato grado di specializzazione tecnica e la ricerca verso nuove forme e nuovi processi applicati al vetro, ci hanno permesso di diventare leader nel nostro settore, essendo la prima azienda italiana a realizzare elementi d’arredo in vetro curvato.
Il vostro elemento caratterizzante è il vetro. La vostra azienda realizza da decenni, prodotti di arredo in vetro. E nel tempo, sempre la conferma di questa scelta…
Grazie alla sua passione per il vetro fin da ragazzo, Vittorio Livi ha accolto la sfida di lavorare artigianalmente questo materiale, semplice ma anche complesso dal punto di vista chimico e fisico, con l’obiettivo di realizzare complementi d’arredo, divenuti in seguito autentiche opere d’arte per gli ambienti più speciali. A sostegno di questa scelta contribuiscono in primis il fatto che essendo riciclabile all’infinito rimane tra i materiali più ecologici inoltre è un materiale ancora tutto da scoprire ed è grazie alla grande ricerca tecnologica che permette di trasformarlo da materiale apparentemente freddo e trasparente a qualcosa di caldo, materico ed elegante.
Quale una vostra collezione che vi rappresenta più di altre o che è a suo modo una vostra icona?
Tra i molteplici progetti che maggiormente hanno contribuito al nostro successo ci piace ricordare la poltrona “Ghost” del 1987 , realizzata in collaborazione con Cini Boeri, poltrona in vetro curvato divenuta icona del design a livello mondiale ed esposta al MoMa di New York. Con il Salone del Mobile 2018, Fiam celebra l’anniversario dello specchio Caadre, disegnato nel 1998 da Philippe Starck, arricchendo la collezione con la variante bronzo e la versione retroilluminata.
Infine, le novità presentate in questa occasione tra cui i vetri multicolor, DV glass e la goffratura ad alta temperatura, che permette di aggiungere al vetro effetti di profondità uniti a decori sinuosi ed eleganti.
Nell’ultimo decennio il mondo del design ha subito una vera e propria rivoluzione di stili, andando sempre più verso linee essenziali e minimal, vogliamo fare una breve analisi di questo cambiamento di tendenza e delle cause, che lo hanno determinato.
Nonostante i molteplici cambiamenti riscontrati nelle tendenze, tra cui nuove finiture e materiali (per citare qualche esempio: l’utilizzo del bronzo e del finto marmo) Fiam ha continuato a proporre forme essenziali, non perdendo di vista l’eleganza che caratterizza il nostro stile e la matericità dei prodotti realizzati, frutto dell’esperienza nell’impiego di molteplici materiali.
Per le aziende questo cambiamento cosa ha significato in termini di progettazione e in termini di ricaduta commerciale?
Essendo quello del design un mondo in continua evoluzione, pensiamo che sia fondamentale investire in ricerca ed innovazione, poiché è proprio questa continua evoluzione nelle tendenze che stimola e contribuisce a modificare le esigenze dei consumatori, sempre più informati e attenti ai particolari ,sempre connessi e aggiornati su ciò che li circonda.
Cosa fa la fortuna e il successo di un’azienda di arredamento oggi?
La tradizione, la qualità, la continua dedizione e l’attenzione nei riguardi del cliente sono sicuramente dei punti di forza dell’azienda ma non solo: la comunicazione e il confronto permettono di leggere e interpretare quelle che potrebbero essere le future tendenze del mercato.
Nonostante la congiuntura economica negativa degli ultimi anni, il settore del design sembra che non abbia accusato molto il colpo, anzi…
Ci riteniamo fortunati poiché nel nostro caso il mercato di fascia alta non ha subìto un duro colpo come confermato da dati macroeconomici di settore, in gran parte grazie alle vendite nei mercati esteri, a conferma del fatto che il settore dell’arredamento continua ad essere riconosciuto in questi paesi come uno dei settori di eccellenza del Made in Italy.
2C Arredamenti lo scorso anno ha celebrato i 40 anni di attività. Un bel traguardo…
Un traguardo ottenuto sicuramente con grande fatica ma soprattutto con grande dedizione verso ciò che li contraddistingue: la passione per il design e l’attenzione per il cliente.
Anche per questo siamo fieri di essere loro partner da almeno 20 anni.
2C Arredamenti sta lavorando ad un e-commerce, che quanto prima sarà online. Un’evoluzione aziendale dei nostri tempi che affiancherà alla loro azienda, da 40 anni sul mercato, una seconda azienda parallela di vendita online. Cosa ne pensa?
Attualmente, avere come mercato di riferimento solo quello locale, penso costituisca un grande limite, per cui sfruttando le nuove tecnologie tra cui l’e-commerce, si può avere la possibilità di cogliere nuove opportunità, nonostante sia un nuovo canale da seguire, studiare e monitorare con attenzione e su cui occorre investire non poco .
Si è appena concluso il del Salone del Mobile, una fiera che registra record di presenze. Secondo lei, perché è una fiera intramontabile?
Ospitato dall’Italia che è la culla del design e da una città che lo vive in maniera travolgente e a 360 gradi, il Salone del Mobile è un evento unico e intramontabile, in grado di offrire una visibilità e una varietà di opportunità difficilmente ottenibili. Quest’ultima edizione si è chiusa con 434 mila presenza da 188 Paesi, il 26% in più rispetto allo scorso anno, registrando numeri da record. A fare la differenza è anche la qualità dei visitatori: operatori internazionali venuti in fiera a fare business e firmare ordini.
Intervista a Laura Allievi Titolare e Responsabile Ufficio Stampa di Porada
Tra i punti fondamentali della filosofia aziendale della Porada, c’è da sempre la proiezione verso il futuro.
Il nostro motto è “Learn, live, dream” a sottolineare la nostra propensione a una visione aziendale sempre proiettata alle sfide del futuro ma con radici ben ancorate al nostro passato e alla nostra storia. Siamo ormai giunti alla terza generazione e intendiamo proseguire su questo percorso, con uno spirito costantemente volto al domani.
Quali gli altri punti di forza fondamentali della vostra storia aziendale?
Tutto nasce dall’amore per il legno. Il legno massello, lavorato con l’abilità artigianale di chi sa trasformare un tronco in una piccola opera d’arte. Proprio da questa passione nasce Porada, fondata nel 1968 da Luigi Allievi con l’intento di proseguire la produzione di sedie che aveva intrapreso nel 1948. A sostenerlo i figli, promotori come lui di un’azienda che fa della qualità e della professionalità le proprie basi. L’eccellenza qualitativa e l’esperienza nella lavorazione del legno le conferiscono in breve un’identità solida e ben definita che trova oggi espressione in prodotti eleganti che contribuiscono a definire il paesaggio domestico.
Quale una vostra collezione che vi rappresenta più di altre o che è a suo modo una vostra icona?
Le collezioni si rinnovano di anno in anno. Al Salone del Mobile di Milano ogni anno presentiamo nuove collezioni, capaci di integrarsi con quelle già esistenti ma di portare al contempo una ventata di novità. Certo, alcuni pezzi più di altri sono entrati nell’immaginario comune come emblemi di Porada. Su tutti spiccano il tavolo infinity disegnato da Stefano Bigi e la collezione di tavoli e tavolini Ziggy di Carlo Ballabio.
Estetica e funzionalità, non sempre sono in perfetta sintonia. Una strategia per farli funzionare alla perfezione?
La sintonia deriva da una visione d’insieme ampia e da un efficace lavoro di team. Porada investe molto nella ricerca sul design e sui materiali, tenendo sempre ben chiaro l’obiettivo. Una casa va vissuta; per questo i nostri mobili uniscono forme equilibrate ed armoniche a una grande versatilità d’uso. La bellezza da sola non basta, i materiali e la funzionalità sono gli altri aspetti su cui lavoriamo costantemente.
Oggi, l’illuminotecnica sta vivendo un momento di grande attenzione. I progetti di illuminazione sono attualmente dei veri e propri progetti a se stanti all’interno del progetto di arredamento.
NO
Nell’ultimo decennio il mondo del design ha subito una vera e propria rivoluzione di stili, andando sempre più verso linee essenziali e minimal, vogliamo fare una breve analisi di questo cambiamento di tendenza e delle cause, che lo hanno determinato.
Le nuove generazioni non hanno più a disposizione gli spazi ampi e importanti dei nonni o dei genitori. In case di dimensioni ridotte un arredamento troppo presente o elaborato rischia di dare un effetto claustrofobico. “Less is more” sembra essere il nuovo mantra da seguire. Noi non abbiamo mai abbandonato il senso di calore che i nostri mobili forniscono a una casa, le linee morbide, i richiami al design degli anni ’50, ma sempre virato a una semplificazione capace di adattarsi ad ogni casa. Mobili senza tempo, semplici ma non banali.
Per le aziende questo cambiamento cosa ha significato in termini di progettazione e in termini di ricaduta commerciale?
L’impatto più forte lo hanno subito le aziende di classico o quelle con linee di design molto particolari. Porada, anche negli anni della crisi, ha mantenuto e migliorato i propri risultati, frutto di sagge strategie commerciali e di design.
Cosa fa la fortuna e il successo di un’azienda di arredamento oggi?
Noi abbiamo una sola risposta: passione. Siamo appassionati del nostro lavoro e dedichiamo ad esso grandissimo impegno e risorse. Non smettiamo mai di investire. Nella qualità dei prodotti, nelle fiere e nelle strategie commerciali. Abbiamo appena aperto il nostro secondo showroom monomarca in centro a Milano, in via Borgospesso, il secondo dopo il primo negozio di Londra, all’interno del Chelsea Harbour Design Center.
Nonostante la congiuntura economica negativa degli ultimi anni, il settore del design sembra che non abbia accusato molto il colpo, anzi….
Alcune aziende, che magari già vivevano situazioni complesse, hanno sicuramente accusato il colpo. Non è il nostro caso. La crescita negli ultimi anni è stata crescente e ne siamo soddisfatti.
2C Arredamenti lo scorso anno ha celebrato i 40 anni di attività. Un bel traguardo, accanto al vostro di 70 anni…
Decenni di attività, bei traguardi davvero! I nostri 70 anni sono stati pieni di sfide e di gioie. Ne andiamo orgogliosi e siamo certi che il capo famiglia e fondatore dell’azienda, Luigi Allievi, ne andrebbe molto fiero.
Intervista a Nicola Zannoni Sales Manager Italia Venini Spa
Tra i punti fondamentali della filosofia aziendale della Venini, c’è da sempre la proiezione verso il futuro. Quali gli altri punti di forza fondamentali della vostra storia aziendale?
E’ sicuramente la proiezione verso il futuro che ha reso Venini, nata nel 1921 grazie all’intuizione del fondatore Paolo Venini, l’eccellenza del vetro muranese e veneziano in Italia e nel mondo. Nell’idea di Paolo Venini il concetto di futuro si lega a quello di design e ha sempre condotto l’azienda a percorrere la strada dell’innovazione estetica, dell’arte e della tecnica vetraria applicata. Altri propulsori nella storia di Venini sono sicuramente il radicato senso di appartenenza all’Isola di Murano, che fa di Venini una delle espressioni massime della manifattura made in Italy, e la grande abilità dei nostri maestri vetrai, senza i quali la storia di Venini non avrebbe ovviamenteavuto inizio, che, unita alle idee dei grandi artisti, architetti e designer con cui hanno collaborato, ha determinato che questo percorso aziendale fosse unico nel suo genere.
Quale una vostra collezione che vi rappresenta più di altre o che è a suo modo una vostra icona?
E’ difficile dover selezionare un’unica collezione, in quanto l’essenza di Venini abbraccia stili ed epoche differenti ma in un certo senso complementari. Ma se proprio dovessi indicherei senz’altro quelle che a tutti gli effetti sono considerate appunto le nostre icone, ovvero i nostri vasi più famosi. Parlo in primis del Veronese, nato dalla collaborazione tra Vittorio Zecchin e Venini nel 1921, autentica scultura di vetro e simbolo dell’azienda, ma potrei soffermarmi anche sui nostri vasi Balloton, Opalino e Fazzoletto, da sempre molto apprezzati.
Estetica e funzionalità, non sempre sono in perfetta sintonia. Una strategia per farli funzionare alla perfezione?
Nella storia di Venini ha sempre prevalso l’estetica. Il design di Venini è sempre stato un design artistico che ha spesso sconfinato nei territori dell’arte contemporanea del ‘900. Provocatoriamente mi piace sostenere che dove ci sia estetica ci sia anche funzionalità.
Oggi, l’illuminotecnica sta vivendo un momento di grande attenzione. I progetti di illuminazione sono attualmente dei veri e propri progetti a se stanti all’interno del progetto di arredamento.
Su questo punto Venini è certamente al passo con i tempi. Una delle nostre prerogative è appunto quella di poter affiancare il progettista nella realizzazione di progetti luce custom totalmente su misura e personalizzati. La nostra azienda ha una notevole anima contract e ciò che ci contraddistingue è la flessibilità con cui decliniamo elementi modulari tipici della tradizione veniniana (come i poliedri di Carlo Scarpa, i nastri, i triedri e i trilobi) in realizzazione custom ambiziose e di autentico impatto estetico.
Nell’ultimo decennio il mondo del design ha subito una vera e propria rivoluzione di stili, andando sempre più verso linee essenziali e minimal. Per le aziende questo cambiamento cosa ha significato in termini di progettazione e in termini di ricaduta commerciale?
Venini, lo si può dire, non ha mai rincorso stili o tendenze del momento, la costante di Venini è il saper fare arte vetraria e il non snaturarsi alla ricerca di facili successicommerciali. Questo è il nostro fascino e il nostro essere senza tempo, al di là delle mode passeggere e delle abitudine di acquisto. Il tratto distintivo, se mai, è stato quello di anticipare il design del futuro pur essendo ancorati agli archetipi del passato.
Cosa fa la fortuna e il successo di un’azienda di arredamento oggi?
Sicuramente il dinamismo e il guardare i mercati esteri, in particolare quelli emergenti che hanno fame di design e grandi disponibilità d’investimento.
Nonostante la congiuntura economica negativa degli ultimi anni, il settore del design sembra che non abbia accusato molto il colpo, anzi…
La forza delle aziende italiane, comprendendo i limiti del mercato locale, è quella di aver puntato sempre di più all’espansione all’estero. Anche Venini, in quest’ottica, sta potenziando la distribuzione negli Stati Uniti, in Asia, in Russia e, grazie ai contatti del Gruppo Damiani, anche in Giappone.
2C Arredamenti lo scorso anno ha celebrato i 40 anni di attività. Un bel traguardo, accanto al vostro di 97 anni…
I 40 anni di 2C Arredamenti sono l’esempio lampante di come solo le aziende dinamiche e al passo con i tempi possano superare lo scoglio del passaggio generazionale e andare avanti. Venini nel 2018 festeggia i 97 anni e si avvia a diventare centenaria, traguardo che ci riempie di orgoglio.
2C Arredamenti sta lavorando ad un e-commerce, che quanto prima sarà online. Un’evoluzione aziendale dei nostri tempi che affiancherà alla loro azienda, da 40 anni sulmercato, una seconda azienda parallela di vendita online. Cosa ne pensa?
Attivare un e-commerce veloce e performante può consentire alle aziende italiane di intercettare nuovi clienti, che hanno un approccio all’acquisto diverso dal tradizionale, e di aprirsi una finestra strategica sui mercati oltre i confini nazionali. Dal mio punto di vista è necessario e fondamentale fare questo tipo di investimenti per condurre la propria azienda verso nuovi mercati e garantire la continuità generazionale.
Una storia e un’identità proiettate verso il futuro. Intervista a Paolo Casa. Agente Commerciale di POLTRONA FRAU.
Tra i punti fondamentali della filosofia aziendale della Poltrona Frau, c’è da sempre la proiezione verso il futuro. Direi una storia e un’identità proiettate verso il futuro…
L’evoluzione è uno dei punti fondamentali nel processo di crescita di un’azienda ed in questo processo non si può non tener conto, specie nell’ambito del design, dell’interpretazione dei bisogni e dei desideri dei clienti a cui si è rivolti.
Quali gli altri punti di forza fondamentali della vostra storia aziendale?
Direi che il primo è senz’altro la costanza nel mantenere inalterati gli standard qualitativi. Da sempre Poltrona Frau è sinonimo di eccellenza, di alta qualità, di grande attenzione ai dettagli, di tradizione, di passione; e sono questi, a mio parere, i punti di forza della nostra azienda.
Quale una vostra collezione che vi rappresenta più di altre o che è a suo modo una vostra icona?
Partirei paradossalmente dall’ultima: la collezione Let It Be. Una seria molto ampia di elementi combinabili fra loro secondo le esigenze del cliente, che interpreta lo sviluppo del living in modo solido e leggero al tempo stesso. Solido per le caratteristiche intrinseche del prodotto, fatto di materiali e tecniche innovativi ma che mantengono inalterata la nostra tradizione di qualità e durevolezza, e leggero nelle linee e nello sviluppo estetico del prodotto che fanno si che il prodotto si adatti facilmente alle nuove architetture.
Nell’ultimo decennio il mondo del design ha subito una vera e propria rivoluzioni di stili, andando sempre più verso linee essenziali e minimal, vogliamo fare una breve analisi di questo cambiamento di tendenza e delle cause, che lo hanno determinato.
Credo che quel periodo sia ormai alle spalle. Era il frutto degli anni di crisi da cui lentamente ci stiamo risollevando durante i quali l’architettura e il design hanno avuto un naturale processo di “sottrazione” di forme e contenuti.
Per le aziende questo cambiamento cosa ha significato in termini di progettazione e in termini di ricaduta commerciale?
Come ho detto prima, il mondo del design, come quello della moda, è un mondo in continua evoluzione perché questa evoluzione dona stimolo al mondo stesso ed alle diverse esigenze di consumatori sempre più evoluti. E tale processo, per le aziende di riferimento, è assolutamente fisiologico e quindi interpreta il processo sociale ed economico del momento.
Cosa fa la fortuna e il successo di un’azienda di arredamento oggi?
L’impegno costante, la dedizione e l’essere fedeli alle aspettative del cliente.
Nonostante la congiuntura economica negativa degli ultimi anni, il settore del design sembra che non abbia accusato molto il colpo, anzi… 2C Arredamenti lo scorso anno ha celebrato i 40 anni di attività. Un bel traguardo…
Certo! Un traguardo ottenuto con grande fatica e dedizione. Non a caso il binomio Poltrona Frau – 2C dura da tantissimi anni; perché le spinte motivazionali delle due aziende sono molto simili.
2C Arredamenti sta lavorando ad un e-commerce, che quanto prima sarà online. Un’evoluzione aziendale dei nostri tempi che affiancherà alla loro azienda, da 40 anni sul mercato, una seconda azienda parallela di vendita online. Cosa ne pensa?
Penso che oggi non si possa prescindere da orientamenti di questo tipo. Avere come mercato di riferimento solo quello locale è un limite che le attività commerciali non possono più permettersi. Oggi, grazie alle nuove tecnologie, il mercato di riferimento è il mondo.
Siamo alle porte del Salone del Mobile, una fiera che registra record di presenze. Le vostre novità al Salone? Secondo lei, perché è una fiera intramontabile?
Sulle novità non posso anticiparle nulla perché è top secret. Avrò il piacere di ospitarla se verrà a trovarci e di mostrargliele personalmente. È una fiera intramontabile perché l’Italia è la culla del design e gli italiani sono degli abilissimi imprenditori!