Design, istruzioni per l'uso.

Spesso sentiamo amici, parenti o addetti ai lavori parlare di arredamento di design, senza però riuscire a definire cosa questo termine indichi. In questo articolo di blog cercheremo di schiarire le idee su cosa significa arredare la casa con complementi d’arredo di design e quanto è dispendioso farlo.

Quando ci si riferisce all’«arredamento di design» si pensa immediatamente ad oggetti molto particolari, dalle linee ricercate, talvolta distanti o difficilmente comprensibili.

Nulla di tutto questo. Il termine “design” identifica semplicemente un nuovo concetto di vivere il mobile; il complemento d’arredo di design risponde alle caratteristiche classiche dell’arredamento, quali la funzionalità, la praticità, la comodità, ma lo fa con un elemento in più.

Questo elemento in più è la capacità di stupire, far innamorare, sorprendere l’occhio ancora prima del tatto e la mente. Un mobile di design arricchisce un ambiente non solo come contenitore, gli dà carattere e interagisce con gli elementi che lo circondano, come le persone, gli altri complementi d’arredo, i colori e le luci.

2c arredamenti firme

Una cosa è vera, non esistono canoni da seguire per associare il concetto di “design” a un determinato oggetto o arredo.

Il senso del significato insomma, viene dato dal medesimo oggetto mentre lo si osserva. Un mobile di design sostanzialmente svolge le medesime funzioni dei mobili classici, in realtà a volte anche meglio, mettendo l’accento sull’estetica. Il progettista che crea un elemento di questo genere dedica molta cura in tutto il prodotto, sin nei minimi dettagli. Ogni piccola variazione dà luogo ad un oggetto diverso, con significato variabile.

Eppure una caratteristica raduna sotto la sua egida qualsiasi prodotto di design, l’attualità. Un mobile di design è in grado di attraversare gli stili e le epoche storiche mantenendo la propria essenza ed estetica invariate, come la lampada “Arco” di Flos, oppure la chaise longue “LC4” di LeCorbusier prodotta da Cassina, piuttosto che il letto “Nathalie” di Flou o la lampada “Tizio” di Artemide.

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Il successo dei mobili di design e delle grandi case di arredo che li hanno prodotti hanno generato, nel tempo, un processo di imitazione da parte di marchi non necessariamente di fascia premium, oggi infatti è facile trovare nei grandi discount del mobile, prodotti esteticamente simili a quelli poco sopra citati. Certamente bisognerà scendere a compromessi, spendere un budget inferiore significherà non avere la stessa resa e qualità dei prodotti, per così dire, originali.

Risolviamo così il secondo enigma, vale a dire “è vero che bisogna spendere cifre elevate per arredare con mobili di design?”

La risposta è “non necessariamente”, spendere 10 oppure 100 è una scelta che nasce dall’importanza che ognuno di noi dà alla propria casa, oppure a quanto ci si vuole impegnare nel tempo alla ricerca del mobilio domestico. Un esempio: un divano acquistato in un grande magazzino dopo pochi mesi non sarà più comodo come all’inizio, dopo un anno potrebbe facilmente avere anche un aspetto sciatto e trasandato mostrando i segni dell’usura. A questo punto sarà necessario sostituire l’articolo: nuova ricerca, nuovo stress, nuova spesa. Acquistando ogni anno (o due che siano) un divano per 3-4 volte, il costo arriva ad essere alla pari di un divano di un’azienda artigianale.

Un mobilio di design di qualità può durare anche dieci anni, resta contemporaneo, si adatta ai cambiamenti che vorrai apportare alla tua casa e restituirà sempre la massima funzionalità e comfort.

A conti fatti insomma arredare con lo stile e il design dei maestri artigiani significa essere certi di acquistare prodotti resistenti al tempo, di alta qualità e che restituiscono alla lunga la medesima gradevolezza e comodità, garantendo ai tuoi spazi di vita la capacità di essere sempre belli, accoglienti e invidiabili.


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Cassina, Novanta anni di storia, creatività e design.

Novanta anni di storia. Che è storia di creatività, innovazione e design. Ma anche storia dell’Italia che produce. Bellezza, sogni, esclusività.

Il 2017 è un anno particolare per Cassina, il brand di Meda che ha tracciato un solco profondo nell’arredo design durante tutto il secolo breve.

Dalla prima produzione artigianale all’esplosione di quella in serie che, a partire dagli anni ’50 del Novecento ha portato Cassina ad affermarsi come uno dei simboli del made in Italy del mondo.

Alla maison brianzola hanno legato, nel tempo, il proprio nome i big dell’architettura e del design internazionale, nomi del calibro di Gio Ponti, Vico Magistretti, Gaetano Pesce, Afra e Tobia Scarpa, Andrea Branzi, Archizoom, Mario Bellini, Paolo Deganello, Philippe Starck, Michele De Lucchi, Piero Lissoni fino ai contemporanei Patricia Urquiola e Konstanting Grcic.

Per festeggiare i primi 90 anni di storia, Cassina ha scelto un percorso altamente impattante, avviato già nel 2015, con una rilettura di nove progetti che hanno fatto epoca, lasciando il segno.

Il progetto MutAzioni è un invito a rileggere il passato con gli occhi di oggi, nove icone che hanno contraseegnato la storia del design.

Come Casiers Standard di Le Corbusier, Jeanneret, Perriand (anni ’20), la Poltrona Utrecht di Gerrit T. Rietveld (anni ’30), la poltrona 932 di Mario Bellini (1967), il Tavolo Doge di Carlo Scarpa (1968), la Chaise-longue Wink di Toshiyuki Kita (1980), il Sistema Met di Piero Lissoni (1990), la Leggera di Gio Ponti (anni ’50).

E se Cassina “disegna il futuro degli interni da 90 anni”, 2C Arredamenti è “dove abita il design” da oltre 40 anni.

Anche quello griffato Cassina, ca va sans dire…


2C arredamenti arreda residenze di lusso a Malta

Residenze di lusso, 2C arredamenti approda a Malta con Passepartout Luxury Contract

Far sì che un’abitazione acquisisca prestigio e sia in grado di evidenziare il concetto di lusso è un compito tutt’altro che semplice e certamente non alla portata di tutti gli arredatori.

L’esperienza è il primo elemento da valutare prima di affidare interventi di progettazione per trasformare un’abitazione in una casa di lusso.
Occorre occhio lungo, buon gusto, conoscenza del mercato e delle nuove tecnologie per poter impreziosire la casa con pezzi di arredamento e complementi unici che possano arricchire tutti gli ambienti e trasformarli in uno scrigno esclusivo.
L’esperienza nel settore dell’arredamento di abitazioni di lusso l’abbiamo conquistata sul campo, con progetti ambiziosi e realizzazioni davvero uniche.
Da oltre 40 anni mettiamo a disposizione dei nostri clienti una professionalità che non ha eguali abbinata ad una gamma di marchi che rappresenta il top della creatività made in Italy. Dopo aver soddisfatto almeno quattro generazioni nel meridione d’Italia, vi stiamo spingendo alla scoperta del lusso di una delle perle del Mediterraneo, l’isola di Malta. Qui, insieme al gruppo di lavoro del contract di lusso Passepartout, stiamo predisponendo alcuni progetti per la valorizzazione di abitazioni esclusive, di cui sono punteggiate le coste dell’isola e della sua capitale, La Valletta, che nel 2018 rappresenterà la capitale della cultura europea.

Ed è anche grazie alla riscoperta dell’arte e della cultura di cui è pieno questo splendido lembo di terra nel cuore del Mediterraneo, che proprio intorno all’architettura di prestigio si sta sviluppando un interesse crescente da parte di investitori attratti dal fascino naturale dell’isola e dalle potenzialità di cui dispone.

Noi siamo pronti a mettere a servizio la nostra professionalità, l’esperienza ed il know how, con progetti e proposte originali. Nel segno del bello e dell’originalità.


Shabby style. L'eleganza esclusiva che viene dal passato.

Quando i segni del tempo creano una cifra stilistica, attraverso l’eleganza, un po’ esclusiva un po’ retrò, del vissuto. Ecco l’essenza dello shabby, uno stilema più che un vero stile, un segno di riconoscimento che, in tema di arredamento, incontra sempre più favore.

Sarà per quella capacità di dare vivacità e distinzione ad ogni ambiente, per quel richiamo ad una memoria che si vuol rinverdire o, forse, perché più di ogni altra corrente consente di personalizzare una cucina, una camera da letto o anche un semplice angolo della casa, donando esclusività e al tempo stesso eleganza.

Lo shabby, il cui significato letterale è trasandato, rovinato, logoro, è uno stile che prese piede in Gran Bretagna negli anni ’80.

Faceva riferimento al modo di arredare in uso nelle case di campagna, dove al fianco di elementi classici o contemporanei, apparivano sempre più spesso complementi invecchiati: divani, poltrone, quadri, ma anche tende e lampadari volutamente usurati, a fare quasi da contrasto con il resto dell’arredamento. Con il tempo, lo stile shabby è diventato quasi un segno distintivo, una ricercatezza anche nei pezzi più importanti di un arredamento. Ecco, allora, che cominciano a comparire mobili che sembrano venir fuori direttamente dalla soffitta della casa di famiglia, con evidenti i segni del tempo.

Una passione per il vecchio (non per l’antico) che si rinnova grazie ad interventi di restyling mirati, a cominciare dalla scelta dei colori con cui vengono riportati a nuova vita gli elementi, colori tenui, pastello, fino al bianco, magari ravvivati da stampe floreali o da interventi in tessuto, che deve essere rigorosamente il lino o il cotone.

Tra gli interventi che maggiormente esaltano lo stile shabby in un contesto di contemporaneità, il modello di cucina Lab40 di Marchi Cucine è forse uno degli esempi meglio riusciti: un concept che abbina design ed emozione.

Da segnalare, poi, la linea arredo ed oggettistica di Dialma Brown, studiata per rendere gli ambienti della casa unici ed originali e creare atmosfere calde ed avvolgenti.


Alle radici del design industriale

Il design industriale è uno di quei settori che, a partire soprattutto dal secondo dopoguerra, ha contribuito a diffondere e promuovere il made in Italy nel mondo. Grandi designer hanno legato il proprio nome a marchi che, per rimanere nell’ambito della casa e dell’arredamento, hanno letteralmente rivoluzionato il concetto dell’abitare, creando oggetti che, nel tempo, si sono affermati oltre che come elementi di arredo come vere e proprie opere d’arte, raggiungendo in alcuni casi quotazioni a sei zeri.

Rivoluzionari e visionari, firme come quelle di Marcel Wanders, Karim Rashid, Vico Magistretti, Philippe Starck, Piero Lissoni, Antonio Citterio, Giò Ponti hanno con le loro creazioni segnato epoche, trasformando oggetti di uso quotidiano in veri e propri must senza tempo, in grado di andare ben oltre la loro funzione originaria ed affermarsi come elementi distintivi di uno status e di un preciso momento storico, di una concezione di bello in grado di raccontare e trasferire emozioni.

Tra i casi più celebri senza dubbio è la lampada Eclisse, disegnata nel 1965 da Vico Magistretti e messa in produzione due anni dopo da Artemide. Eclisse, che tra gli altri fa parte della collezione permanente del MoMa di New York, è divenuta sinonimo di design italiano nel mondo.

Al pari di un’altra lampada che è un capolavoro di estetica, praticità ed eleganza: Arco, disegnata dai fratelli Castiglioni nei primi anni ’60 e distribuita, ancora oggi, da Flos.

Quello dell’illuminazione è stato uno dei primi settori in cui si è celebrata la creatività dei moderni designer.

Ne sono la conferma le lampade Tizio, Tolomeo, Nesso e Mesmeri Halo, tutte griffate Artemide e tutte pluripremiate per la capacità che hanno avuto di rompere gli schemi classici dei propri tempi.

La storia del design è fatta di intuizioni ma anche di nuove esigenze. Come quella di adattare la creatività ai nuovi spazi, in una ridefinizione in cui mobili, complementi d’arredo, oggetti possano trovare la giusta collocazione funzionale.

Gli esempi più eclatanti, in tale ottica, arrivano dalla nuova concezione che, sin dalla fine degli anni ’50, si dà a sedie e poltrone, in cui l’elemento prevalente diventa l’essenzialità legata all’eleganza.

Cassina è uno dei brand di riferimento in tal senso, con la sua sedia Superleggera firmata Giò Ponti che è diventata un simbolo dell’innovazione applicata all’arredamento. Eppure, per il suo ideatore, è sempre stata “una semplice sedia”.


Razionalizzazione degli spazi ed organizzazione smart: ecco la cucina high tech per il 2017

Uno spazio che non ha solo una funzione tecnica. Uno spazio in continua evoluzione in cui forme e materie si coniugano per migliorare la vivibilità di quello che rimane uno degli ambienti più vissuti della casa, la cucina.

Passano gli anni ma non cambia l’attenzione da parte di designers e architetti a rendere sempre più accogliente, dinamica e funzionale la cucina.

Quali sono le tendenze del mercato per il 2017?

Innanzitutto i trend confermano che la cucina è ancora il cuore della casa ed allora la prima esigenza diventa quella di avere ambienti organizzati in maniera smart, a prescindere dalle dimensioni.

Ecco che rivolgersi a progettisti esperti diventa fondamentale per riuscire a sfruttare al meglio ogni spazio, magari facendo ricorso a scaffali o altri elementi in grado di organizzare al meglio la cucina.

In un contesto smart, naturalmente, la tecnologia ricopre un ruolo di primo piano, con l’inserimento di elettrodomestici sempre più intelligenti che dialogano non solo con lo spazio ma anche con una praticità in grado di facilitare la vita di tutti i giorni.

Quanto ai colori predominanti, nel 2017 il grigio, in tutte le sue tonalità, è sicuramente quello privilegiato. E’ uno di quei colori neutri che è possibile abbinare sia ad un’altra nuance che a quei dettagli che possono rappresentare un valore aggiunto all’estetica della cucina.

Come le stampe, magari floreali nel segno di quel greenery che è la tendenza generale del 2017.

Altro must delle cucine è lo stile industrial: tubi, metalli, mattoni rigorosamente a vista per uno stile minimal che fa il paio con l’high tech che, come visto, caratterizza (e facilita) la vita all’interno della cucina. Da segnalare, poi, che sempre meno diffuso è l’uso, per i ripiani, dei laminati, con la preferenza che va verso le pietre naturali, dal quarzo al marmo, divenute ormai accessibili a tutti.

Per chi non ama uno stile eccessivamente moderno, una soluzione sempre più praticata è quella di abbinare elementi vintage in un contesto razionale, come ad esempio vecchi oggetti ed elementi di arredo recuperati in soffitta o in un mercatino di antiquariato che contribuiscono a dare un tocco personale alla propria cucina.


Valcucine e Vallifuoco, 2C arredamenti condivide l'arte e il design

La tecnologia applicata alla quotidianità, la domotica a servizio dell’artigianato di eccellenza made in Italy.

Ad arricchire la gamma di opportunità presenti nel nostro showroom, in Via Nazionale 390 – Mercogliano (Av), arriva quella che è stata definita da Stefano Core “la Ferrari delle cucine”: Valcucine, il brand di Pordenone famoso nel mondo per la sua capacità innovativa e per l’esclusivo design.

Mercoledì 22 febbraio, alle ore 18.30, presso il nostro showroom verrà alzato il velo sull’ultimo modello targato Valcucine, la cucina Genius Loci (design di Gabriele Centazzo) ispirata agli antichi secretaire, un’oasi di benessere tra estetica e funzionalità. Ad illustrare i plus dell’ultima nata in casa Valcucine sarà la responsabile marketing dell’azienda friulana, Irene Barbon, in nostra compagnia. Un modello, quello che da domani sarà disponibile nel punto vendita 2C arredamenti, arricchito dal sistema V-motion, un sistema domotico interattivo e intelligente che consente una completa automatizzazione della cucina.

Dall’apertura di ante e cassetti all’azionamento di luci e rubinetti: con Valcucine è sufficiente un lieve movimento della mano o del piede, un leggero sfioramento delle superifici per avere tutto a propria disposizione. V-motion è un sistema ideato da Valcucine, proprietaria dell’esclusivo marchio tecnologico.

Il pomeriggio dedicato al bello in casa 2C arredamenti proseguirà con il vernissage della mostra “Racconti di pittura”, dell’artista avellinese Gennaro Vallifuoco: un percorso attraverso le sue principali esperienze pittoriche che lo hanno reso uno dei nomi emergenti dell’arte campana. Undici le opere esposte che attraversano alcuni dei momenti cruciali della vita artistica di Vallifuoco: dalle illustrazioni di “Fiabe Campane” di Roberto De Simone alle tavole della collezione “Tarocchi degli Elementi”, dai bozzetti scenografici dell’opera lirica “Il re bello” all’anteprima di “Progetto 44”.

A chiudere il cerchio del buon gusto, le stuzzicherie di Feudi di San Gregorio, pronte a sedurre anche i palati più fini.


#2Chiacchiere: 2C arredamenti intervista Valcucine

Chi è Stefano Core per Valcucine e cosa rappresenta Valcucine per Stefano Core?

Stefano Core – CEO e co-fondatore di ItalianCreationGroup, holding imprenditoriale che detiene Valcucine, FontanaArte, Driade e Toscoquattro. Valcucine è la Ferrari delle cucine in quanto oltre all’aspetto qualitativo, legato a tecnica, innovazione e design ha costruito negli anni una cultura aziendale e sul territorio figlia del più sano e nobile capitalismo italiano. E’ una eredità che preserviamo giorno per giorno.

L’azienda ha più di 30 anni, anni durante i quali si sono susseguiti eventi e cambiamenti. Come ha affrontato il nuovo Millennio e quali sfide sta affrontando il brand?

ItalianCreationGroup è esattamente la risposta alla complessità del nuovo Millennio: globalizzazione, digitalizzazione e cambio delle logiche distributive mi hanno convinto che solo un’integrazione di gruppo possa servire al meglio aziende di altissima qualità e di dimensioni come quelle di Valcucine.

Qual è la filosofia di Valcucine? Quali i punti di forza?

La filosofia di Valcucine sta nei suoi valori e nel mettere l’uomo e il suo benessere al centro attraverso la costante innovazione e la realizzazione di cucine impermeabili alle tendenze. I principi di innovazione, benessere e senza tempo consentono un’esperienza che va al di là dell’oggetto cucina e che si manifesta in un lifestyle quotidiano apprezzato globalmente.

La cucina è uno degli ambienti della casa più vissuti, quali sono le attuali tendenze?

Il non essere solo una cucina. Da sempre la filosofia applicata al design di Gabriele Centazzo ha dato vita a spazi che andavano al di là delle funzioni tecniche – ergonomicamente ineccepibili – riuscendo a dialogare con gli altri spazi domestici.

Qual è il prodotto al quale Lei è maggiormente legata/o?

Il pionerismo manifestato nelle introduzioni del vetro in cucina che quest’anno viene celebrato nei suoi tre decenni, incorona Artematica come Regina del vetro e di conseguenza come modello capace di rapirmi in ogni occasione, il nostro ufficio stile e i nostri tecnici di produzione riescono ad evolverlo con accorgimenti micro e di quotidiana importanza o viceversa con innovazioni macroscopiche come quella del V-Motion.

Infine una domanda in prospettiva, cosa ci proporrà nel 2017 Valcucine?

Nei viaggi dell’ultimo anno ho definitivamente realizzato come il percepito di Valcucine sia molto alto tra gli addetti ai lavori in molti mercati. La nostra volontà è di mantenerci nell’olimpo delle pochissime cucine dell’alto di gamma, dei veri e propri progetti customizzati che rispondono ed anticipano le aspettative del cliente.


Le proposte greenery di 2C Arredamenti

Un anno all’insegna della natura, della rinascita e delle suggestioni minimal.

Il colore del 2017 sarà il greenery, una sfumatura tra il verde e il giallo che riporta direttamente alla natura: l’indicazione è del Pantone Color Institute che è giunto all’individuazione della nuance che accompagnerà il nuovo anno analizzando i trend emersi dal settore moda, dal cinema e dall’architettura. Una tonalità, il greenery, sempre più presente a partire dagli ultimi mesi del 2016 sia in passerella che sul grande schermo e che va a sostituire tonalità cromatiche più delicate che avevano caratterizzato l’anno da poco giunto al termine.

In tema di arredamento, il colore di punta del 2017 verrà incontro soprattutto a chi predilige combinazioni minimal, magari richiamando elementi vintage degli anni Cinquanta e Settanta rivisitati con elementi decorativi geometrici e in abbinamento al bianco e al nero. I colori pastello si confermano come i più adatti nelle decorazioni di interno ma non bisognerà sottovalutare l’appeal che eserciteranno colori come l’arancio e il blu.

Dal suo privilegiato punto di osservazione, la direzione dello showroom 2C Arredamenti a Mercogliano, in provincia di Avellino, l’architetto Pippo Cimnaghi fornisce la sua ricetta per non fallire la scelta dei colori in tema di arredamento casa.

Al di là di quelle che sono le tendenze, che anno per anno forniscono indicazioni utili sia per i produttori che per i clienti, la scelta dei colori quando si tratta di arredare casa rispetta soprattutto quello che è il proprio modo di essere. Una casa la fa chi ci abita, chi le dà vita quotidianamente.

Ed allora, – conclude l’architetto Cimnaghi – fragranze e nuance, stili di arredo e scelta degli elementi devono poter trasmettere la personalità, il carattere, lo spirito di accoglienza che alberga in ciascuno di noi”.


#2Chiacchiere: 2C Arredamenti intervista FLOU

Oggi lanciamo la nostra rubrica #2Chiacchiere e lo facciamo in grande. Per la prima pubblicazione abbiamo avuto il piacere di dialogare con Cristiana Messina di FLOU | NATEVO. Un’intervista che attraversa i concetti semplici, ma non banali, di tradizione, innovazione e benessere.

Buona lettura

Chi è Cristiana Messina per Flou e cosa rappresenta Flou per Cristiana Messina?

Il mio ruolo attuale in azienda è quello di responsabile Trade Marketing. Mi occupo quindi dei rapporti dell’azienda con la rete distributiva: dagli allestimenti alla comunicazione, dai corsi di formativi alla realizzazione di eventi speciali nei punti vendita.
Cosa rappresenta Flou per me, beh, non solo lavoro ma è soprattutto l’azienda di famiglia, con la quale sono cresciuta, una parte importante della mia vita!
Flou è stata fondata nel 1978 da mio padre Rosario con l’obiettivo e la missione di produrre tutto il necessario per un buon sonno (non solo il letto ma anche materasso, lenzuola, cuscini ecc.) e nel 1998 la nostra famiglia ne è diventata unica proprietaria.
Dopo la prematura scomparsa di mio padre nel 2011, i miei due fratelli ed io ci siamo sentiti in dovere di dedicarci anima e corpo a Flou per continuare il suo lavoro e attualmente siamo tutti e tre impegnati con diversi ruoli: Massimiliano ricopre il ruolo di Presidente e Manuela si occupa di Ricerca e Sviluppo.
Per quanto mi riguarda gli ultimi anni sono stati di lavoro intenso ma anche di grandi soddisfazioni, in cui sono riuscita a raggiungere importanti obiettivi  e a circondarmi di uno staff affiatato di persone che mi segue nell’affrontare nuovi progetti e nuove sfide.

Se e come è cambiata l’azienda di famiglia nel passaggio generazionale?

I valori su cui basiamo il nostro lavoro quotidiano non sono variati: sono quelli che nostro padre ci ha trasmesso, primo tra tutti il rispetto e l’attenzione per le persone con cui lavoriamo.
Allo stesso modo non sono cambiati gli obiettivi, la nostra ricerca è sempre orientata a creare prodotti che coniugano innovazione, qualità, design e comfort.
Sotto la guida di Massimiliano l’evoluzione dell’azienda è continuata in maniera naturale: da “letto e biancheria” siamo passati nel 2009 alla prima collezione di guardaroba e da tre anni alla produzione di divani e complementi, cosa che ci ha permesso di portare nella zona giorno lo stesso comfort che da sempre offriamo per la camera da letto.  

Inoltre nel 2012 da un’idea geniale di Massimiliano è nato il nuovo marchio NATEVO (scopri l’arredo Natevo), dedicato ai mobili e complementi con luce integrata a LED .

Oggi siamo in grado di offrire alla nostra clientela un vero “total living Flou”, un insieme di prodotti che, eccezion fatta per cucina e bagno, permette di arredare tutti gli ambienti della casa con un mood e una atmosfera coerenti.

Come si è evoluto il rapporto tra l’azienda e i clienti e di conseguenza come è cambiata l’offerta?

Una dei fronti su cui stiamo lavorando di più in questi ultimi anni è proprio la fidelizzazione del punto vendita.
E’ un obiettivo che perseguiamo ad esempio, con gli incontri di formazione del personale di vendita che si svolgono periodicamente presso la nostra sede. Da più di due anni siamo inoltre molto attivi nell’organizzare eventi “ad hoc” presso i punti vendita che coinvolgono realtà specifiche del territorio e il cliente finale; di grande successo quelli dedicati al benessere e alla nostra gamma di prodotti per il “buon dormire” che ci hanno permesso di coinvolgere e far dialogare i clienti con osteopati, fisioterapisti, specialisti di centri riabilitativi; oppure quelli dedicati agli architetti e validi, secondo le norme stabilite dagli ordini professionali di competenza, ai fini dell’acquisizione dei crediti formativi.
Il brand Natevo infine ci ha permesso di instaurare collaborazioni stimolanti con università e studi di architettura e ha aperto nuove strade per quanto riguarda il mondo del contract, grazie proprio al modo innovativo di intendere la progettazione che i prodotti Natevo implicano.

Quali sono gli attuali trend nell’arredo?

Come ho già detto, lo scorso aprile al Salone del Mobile 2016 abbiamo presentato la nostra prima collezione “total living”, che ci permette di arredare tutti gli ambienti della casa con un concetto di interior globale.
A un paio di mesi dalla manifestazione il bilancio è decisamente positivo: la maggioranza dei visitatori del nostro stand al Salone ha mostrato di gradire soprattutto proprio le zone dove veniva proposto “l’appartamento Flou”, dove cioè l’allestimento prevedeva un’integrazione totale tra i prodotti Flou e quelli del marchio Natevo. Non solo i clienti ma anche, in generale, i media hanno riconosciuto e apprezzato questa nostra volontà e ci hanno confermato di aver preso la direzione giusta!

Qual è il prodotto al quale
Cristiana Messina
è maggiormente legata?

È sicuramente Nathalie, il letto disegnato da Vico Magistretti nel 1978 capostipite di tutti i letti tessili e nato dall’incontro delle idee di questo grande architetto
con quelle di mio padre. E’ stato il primo letto nella mia casa dopo il matrimonio ed è tuttora il letto più venduto di Flou.

Flou ha, da sempre, un suo asset fondamentale nella Ricerca&Sviluppo, a cosa sta lavorando?

In azienda è mia sorella Manuela ad occuparsi nello specifico di Ricerca & Sviluppo di nuovi prodotti, insieme a un team collaudato di persone che lavora al centro ricerche e che negli anni ha “firmato” alcuni dei nostri prodotti di maggior successo (come i letti Argan, Pochette o il letto/divano con secondo letto estraibile Duetto). Negli ultimi mesi abbiamo cercato di implementare questa squadra, inserendo figure specializzate anche nello studio della luce e della progettazione degli spazi dal punto di vista illuminotecnico, per venire incontro alle esigenze nate dall’ampliamento della nostra offerta e dall’introduzione del marchio Natevo. 

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