Tra i punti fondamentali della filosofia aziendale di FontanaArte, c’è da sempre la proiezione verso il futuro. Direi una storia e un’identità proiettate verso il futuro…

Gio Ponti ha immaginato il futuro per una vita intera e, decidendo di fondare un’azienda di luce decorativa, ha costituito il primo esempio nel settore in una Milano piena di energia.

Immaginare il futuro resta una prerogativa di un brand che continua a proporre delle icone senza tempo tali da rendere quasi relativo lo spazio in cui vengono inserite.

E un futuro generazionale.

Quali gli altri punti di forza fondamentali della vostra storia aziendale?

I punti di forza dell’azienda, nell’arco della sua storia ed oggi più che mai, sono i suoi valori: la bellezza e raffinatezza delle sue luci; la preziosità dei materiali e la coerenza degli stessi: Bilia o Setareh hanno gli stessi ingredienti interpretati da chef di due generazioni diverse; l’artigianalità e la qualità dei suoi prodotti esclusivamente made in Italy; la riconoscibilità delle sue icone senza tempo, alcune delle quali esposte nelle più prestigiose gallerie e musei del mondo. Altri punti di forza di FontanaArte sono stati, e sono tutt’ora, le grandi collaborazioni con designer e architetti di grande levatura. Lo stesso Gio Ponti, Max Ingrand e Gae Aulenti hanno guidato l’azienda come Art Director nel passato. Oggi il ruolo è ricoperto da Francesco Librizzi, architetto, siciliano di nascita e milanese d’adozione, un mix di grande passione e rigore.

Quale una vostra collezione che vi rappresenta più di altre o che è a suo modo una vostra icona?

Con l’ultima collezione, l’azienda ha presentato sette novità ed ha anche introdotto la tecnologia LED su otto icone storiche. Un progetto di refitting che ha lasciato immutata l’estetica, dunque una soluzione che permetterà a queste lampade di resistere altri cinquant’anni. Ma il presupposto non è solo quello di servire nuove generazioni con tecnologia contemporanea, ma anche di evidenziare come questi miti di molti decenni fa siano stati dei veri archetipi, che hanno costituito una tipologia di nuovi prodotti e un trend, come la prima auto cabrio o il primo solitario in gioielleria. Luminator, Naska, Bilia e Fontana sono icone che con il LED abbiamo deciso di chiamare “LEDive”, bellezze immortali dell’immaginario internazionale alla stregua delle dive del cinema come Sofia Loren, Gina Lollobrigida o Claudia Cardinale.

Estetica e funzionalità, non sempre sono in perfetta sintonia.  Una strategia per farli funzionare alla perfezione?

E’ la lezione di FontanaArte a guidare i designer e non creare disequilibri di alcun genere, tanto meno fra estetica e funzione.

Oggi l’illuminotecnica sta vivendo un momento di grande attenzione. I progetti di illuminazione sono attualmente dei veri e propri progetti a sè stanti all’interno del progetto di arredamento.

L’evoluzione tecnologica dei LED ha consentito la progettazione di una luce globale: architettonica e decorativa. Mai come ora ci sono progettisti che lavorano solamente sulla luce sia in ambienti domestici che pubblici e outdoor. Quindi riteniamo che il cambiamento sia essenzialmente legato all’interpretazione di una tecnologia che ha aperto un vocabolario estetico che prima era inimmaginabile.  FontanaArte sfrutta questa tecnologia senza però mai esserne assoggettata: gli oggetti decorativa rimangono tali e atemporali.

Nell’ultimo decennio il mondo del design ha subito una vera e propria rivoluzione di stili, andando sempre più verso linee essenziali e minimal, vogliamo fare una breve analisi di questo cambiamento di tendenza e delle cause che lo hanno determinato.

La tecnologia LED consente di trovare soluzioni che prima non erano possibili grazie alle ridotte dimensioni della fonte luminosa. Mai come ora, progettisti e designer possono esprimersi con la massima libertà grazie all’assenza dei vincoli dati dagli ingombri delle vecchie fonti luminose. Come tutte le nuove tecnologie introdotte storicamente nell’industria, gli oggetti sono strettamente connessi anche da un punto di vista dello stile.  All’inizio c’è stata una riduzione delle dimensioni dell’oggetto, visto che la lampadina non era più il vincolo, mentre ora siamo di fronte ad un range molto più ampio di scelte stilistiche.  C’è stata effettivamente una rivoluzione estetica in questo mondo. Le identità delle aziende poi fanno sì che si scelga un linguaggio stilistico piuttosto che un altro. FontanaArte cerca prodotti tecnologicamente up-to-date ma con uno stile non databile, ovvero un classico.

Per le aziende questo cambiamento cosa ha significato in termini di progettazione e in termini di ricaduta commerciale?

In questo momento abbiamo una chance inedita di poter prescindere dal punto luminoso tradizionale e rendere qualsiasi concept o idea dei designer che collaborano con noi, un prodotto.

Cosa fa la fortuna e il successo di un’azienda di illuminazione oggi?

Arrivare dopo molte generazioni alla generazione successiva, stupendola ancora.

Nonostante la congiuntura economica negativa degli ultimi anni, il settore del design sembra che non abbia accusato molto il colpo, anzi…

Il lusso ha avuto dinamiche differenti da settore a settore e certamente il design ha corso meglio di altri. Il Made in Italy tira ancora molto specie nei nuovi mercati, anche online.